Monday, February 20, 2006

Teorici e trattatisti prima di Guido D'Arezzo

Le opere degli scrittori medioevali si distinguono in due gruppi: quello dei teorici (prevalenza aspetto speculativo) e quello dei trattatisti (prevalenza aspetto pratico). La cultura ecclesiastica dell'alto medioevo pregiava il momento speculativo. Si ritiene che la teoria medioevale ebbe inizio con l'opera “De institutione musica” di Severino Boezio (480 ca.-524). Secondo Boezio, filosofo e consigliere del re degli Ostrogoti Teodorico, ci sono tre generi di musica e in ciascuno sono presenti i principi di ordine e di armonia che reggono l'universo: la musica mundana (dei corpi celesti), la musica humana (dell'anima e del corpo dell'uomo) e la musica instrumentalis (degli strumenti). Tra gli altri trattatisti dell'epoca (VI-XI sec.) ricordiamo: Cassiodoro, Isidoro, Flacco Alcuino, Aureliano di Réomé, Remigio, Ubaldo, Oddone, Notker Labeo, Bernone ed Ermanno.
Le opere dei teorici del tempo trattavano argomenti “filosofici”, psicologici, matematico-acustici della musica. L'insegnamento musicale vero e proprio era compito delle scholae delle cattedrali e dei monasteri. La musica veniva insegnata nelle Arti liberali del Trivio e del Quadrivio e poi nelle università.
Solo a partire dal XI sec., con Guido D'Arezzo, nacque una trattatistica riguardante i problemi della pratica musicale e della notazione.

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